domenica 2 settembre 2012

A proposito di timidezza logica


Su La Repubblica di venerdì 24 agosto, Franca D’Agostini, recensendo due interessanti saggi (Logica di Graham Priest e Sweet reason di James Henle, Jay Garfield e Thomas Tymoczcko), ha delineato una rapida ma chiarissima introduzione all’applicazione della logica al discorso pubblico. Di quest’attività intellettuale, Franca D’Agostini dà un’immagine tanto intrigante quanto, a mio parere, problematica. Il punto è ciò che si potrebbe chiamare “concezione pedagogica” dell’applicazione della logica al discorso pubblico. La D’Agostini riconosce che la più importante “resistenza” al potenziamento dell’insegnamento della logica (inteso come propedeutico a un “risanamento istantaneo del dibattito pubblico”), sta nel fatto che la logica “così come oggi viene normalmente insegnata” non sarebbe in grado di svolgere il “delicato e complesso compito di edificazione del linguaggio comune”. Occorrerebbe, quindi, “riformare e riconsiderare” l’insegnamento della logica riallacciandolo con l’uso comune del linguaggio e con lo studio dell’argomentazione.