Il comune di Terrazzi, nella Riviera Ligure di Ponente, ha deciso di candidare il suo caratteristico borgo ligure nella lista del patrimonio dell'umanità dell'Unesco. La cittadina, che negli anni Cinquanta del Novecento servì da scenografia per una commedia cinematografica di un certo successo, rappresenterebbe infatti, a detta del comitato proponente, un esempio “straordinariamente ben conservato di borgo ligure dell'epoca della speculazione edilizia”. La stessa Rapallo, che diede il nome al fenomeno architettonico e sociale della “rapallizzazione”, non presenta infatti la stessa unità stilistica e la stessa coerenza urbanistica del centro storico di Terrazzi.
“Dopo la crisi dei primi anni Duemila – spiega l'architetto Ahmed Bruzzone, presidente del comitato “Terrazzi Patrimonio dell'Umanità” – molti dei centri turistici della Riviera hanno perso le loro caratteristiche principali. Le seconde case, dopo un lungo periodo di abbandono, sono state demolite o radicalmente trasformate, il tipico intrico stradale irrazionale in molti casi è stato rettificato, stravolgendo le prospettive proprie del quartiere tardo novecentesco di seconde case”. Durante il periodo del cosiddetto “boom economico” (tra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento), i geometri e i piccoli imprenditori liguri diedero vita a una febbrile stagione edilizia, costruendo in poco tempo, lungo tutta la linea di costa, un numero impressionante di nuovi edifici, ispirati ad una estetica completamente inedita, e straordinariamente pragmatica, per soddisfare la richiesta di seconde case al mare della piccola e media borghesia lombarda e piemontese. Sorsero così quegli edifici privi di facciata, sostituita da lunghe balconate, o caratterizzati da piante poligonali irregolari, che consentivano di sfruttare al centimetro i piccoli appezzamenti di terreno. L'intera fascia rivierasca fu edificata, e si giunse a realizzare arditi condomini sulle scogliere a picco sul mare. Di tutto questo rimangono oggi soltanto pallide testimonianze, dopo il lungo abbandono successivo alla crisi degli anni Dieci. “Solo a Terrazzi – continua l'arch. Bruzzone – possiamo vantare una testimonianza architettonica tanto integra. A partire dalle facciate, molte delle quali ancora ricoperte di piastrelle verde acido, viola o marroni, tipiche di una estetica basata sull'acquisto dei fondi di magazzino. Un'estetica che ha dato vita alle straordinarie balconate arlecchino dei grandi condomini della scogliera, dov'è praticamente impossibile ravvisare una linea cromatica coerente”. Anche la breve piana di Terrazzi riserva, nel suo labirinto di strade, i tratti tipici di questa straordinaria stagione costruttiva: “le prospettive inattese sono dovute alla totale assenza di una seppur embrionale pianificazione: le strade dei cantieri venivano coperte di asfalto e diventavano, automaticamente, strade comunali. La mappa stradale di interi centri abitati fu il frutto casuale dell'attività spontanea dei geometri e dei capimastri”. Solo a Terrazzi, inoltre, si può osservare una caratteristica tipica di alcuni centri liguri dell'epoca: i palazzi che fanno ombra sulla spiaggia. “Solo qui possiamo vantare una tale palazzata, detta 'a saracinesca', visto che l'esempio più imponente, quello di Borghetto Santo Spirito, è ormai andato quasi del tutto perduto”. Le attività per recuperare integralmente il borgo non sono finite. “Siamo già a buon punto con i restauri, ma ancora c'è molto da fare. A partire dalla ricostruzione dell'arenile in ghiaietta e terra da riporto. Qui uno dei problemi più grandi non è tanto l'erosione, quanto soprattutto recuperare l'enorme numero di sdraio e ombrelloni originali necessari per realizzare gli stabilimenti balneari, visto che dalle mappe dell'epoca la spiaggia ne risulta interamente ricoperta. L'unica spiaggia libera, dieci metri di larghezza lungo le sponde del torrente, è già stata realizzata, anche se stiamo cercando di capire come possiamo replicare i miasmi tipici dell'acqua salmastra stagnante”. La carta vincente può essere creare una rete di soggetti interessati: “l'idea è quella di dar vita al Circuito dei Borghi della Speculazione Edilizia, unendo i centri più rappresentativi e meglio conservati, ed estendere le iniziative alle regioni dell'entroterra”. Un esempio? “La prossima settimana si terrà la prima rievocazione storica dell'esodo estivo dei torinesi nella Riviera di Ponente, un'iniziativa fortemente voluta, nonostante la sua oggettiva difficoltà, anche dai centri che si trovano sul tracciato dell'antica autostrada Torino-Savona, e che stanno cercando di valorizzare il percorso con nuove iniziative e rievocazioni storiche (tra le quali la “Coda al Casello” di Altare e il “Tamponamento a Catena” di Ceva, Ndr)”. Una serie di iniziative che, garantisce l'architetto Bruzzone, potrà gettare le fondamenta di un turismo culturale e di qualità in Riviera.
...colpi di genio: la crisi degli anni Dieci, il Circuito dei Borghi della Speculazione Edilizia, la rievocazione storica dell'esodo estivo. Giovanni Assessore Regionale al Turismo e all'Urbanistica!
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