Ovvero nemo propheta in patria sua. Renzo Piano ha appena inaugurato la Modern Wing dell’Art Institute di Chicago, e i commenti tirano in ballo l'America di Obama, che come l'aceto aromatico va bene ormai per condire tutto, anche le fragole. Nel frattempo, dall'altra parte del globo, l'affresco che doveva trasformare Genova perde un pezzo alla volta. Nel catalogo della storia patria genovese, la voce "Piano, Renzo" viene subito prima di "Picasso, Renzo", l'architetto che ai primi del novecento realizzò il più avveniristico e fantascientifico progetto per la Genova del futuro. Dei due Renzo, Piano sembrava, in fondo, il più realista, ma basta poco a Genova per essere qualificati come velleitari.
quella dell'affresco è una delle tante occasioni perdute a Genova. la paura del nuovo è una delle caratteristiche più lampanti della senescenza cittadina e, se vuoi, di quella italiana.
RispondiEliminatra l'altro andrebbe detto che verso il suo famoso architetto Genova ha atteggiamenti ambivalenti: talvolta lo esalta non senza esagerazione altre volte lo giudica con sufficienza, come se Piano avesse bisogno di spennare i genovesi per farsi conoscere nel mondo...